Geodia cydonium
Geodia cydonium (Jameson, 1811)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
Una delle poche cipree che vive nel nostro mare, ha una colorazione biancastra, con sottili ed indistinte variegature giallo brune sul dorso. Il margine è giallognolo delimitato da una serie di fossette. La parte inferiore è giallo crema o bianco crema uniforme.
Vive sulle coste a profondità comprese fra 5 e 15 metri, sotto sassi o in fessure, nella nostra area marina è alquanto rara.
Protetta secondo l’anneso III da ASPIM (Protocollo relativo alle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo), Monaco, 24/11/1996, legge 175 del 25/05/1999 e dall’allegato II della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica dell’ambiente naturale in Europa (Berna) “Specie di fauna rigorosamente protette”, L. 503, 5.10.81.
Gerardia savalia (Bertoloni, 1819)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione: n.a.
Cronologia:
Gerardia savalia (Bertoloni, 1819), o falso corallo nero, di colore giallo e scheletro nero, si presenta come una colonia rigida arborescente con la ramificazione orientata secondo un solo piano in modo da disporsi in posizione adatta allo sfruttamento delle correnti prevealenti. . Non essendo in grado di creare spontaneamente una struttura scheletrica, approfitta di sostegni esistenti come ad esempio lo scheletro di altre gorgonie quali Paramuricea.
La specie si incontra in tutto il Mediterraneo e sulla costa Atlantica della penisola Iberica, Canarie e Madera. Specie abbastanza rara. E’ specie sciafila che normalmente si incontra nella fascia tra i 30 metri ed i 120 di profondità e presenta polipi alti circa 3 cm con 28 tentacoli, con la colonia che arriva anche a superare il metro di larghezza.
Il suo scheletro massiccio è costato molto a questa specie grazie alla denominazione errata di “corallo nero”. Tale errore comporta ancora l’asportazione di intere colonie da parte di subacquei. In realtà il vero corallo nero in Mediterraneo appartiene all’ordine degli Antipatari come Antipathes subpinnata.E’ una specie longeva ma piuttosto rara. Per questo è anche protetta da leggi internazionali.
La specie è protetta secondo Allegato II del Protocollo relativo alle Zone Particolarmente Protette e alla Diversità Biologica del Mediterraneo della Convenzione di Barcellona (Protocollo ASPIM) “Specie in pericolo o minacciate” e Allegato II della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica dell’ambiente naturale in Europa (Berna) “Specie di fauna rigorosamente protette”, ratificate rispettivamente nella L. 175, 27.05.99 e nella L. 503, 5.10.81A Tremiti è possibile incontrarla presso la Secca di punta secca di Capraia e Punta del Diavolo di San Domino.
Ghiozzetto di Laguna (knipowitschia panizzae)
Comune: Lesina
Modalità di fruizione: n.a.
Cronologia:
Il Ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzae) è un Gobide di taglia molto piccola (la lunghezza totale massima supera raramente i 4-5 cm), tanto da risultare tra i più piccoli vertebrati presenti nel territorio italiano. E’ un pesce tipico d’ambienti salmastri lagunari. Vive in acque poco profonde, caratterizzate da fondali fangosi ed abbondante vegetazione macrofitica.
Le caratteristiche del suo ciclo biologico sono tipiche di una specie adattata a vivere in ambienti instabili come quelli lagunari: precoce raggiungimento della maturità sessuale, estesa stagione riproduttiva e deposizione a più riprese dei gameti, alta fertilità, alta mortalità. E’ una specie prevalentemente bentonica, si muove abbastanza frequentemente a mezz’acqua alla ricerca di cibo. Dal punto di vista trofico può essere definito un predatore opportunista, si nutre, infatti, di vari tipi di piccoli invertebrati bentonici (come policheti, copepodi arpactinoidi) e planctonici (come copepodi calanoidi e varie forme larvali di crostacei), quest’ultimi soprattutto nei primi mesi di vita Il ciclo vitale dura in genere un solo anno.
L’accrescimento è molto rapido. Il dimorfismo sessuale riguarda la papilla genitale (corta e rotondeggiante nella femmina, allungata e conica nel maschio). La stagione riproduttiva è molto lunga, e va dalla fine di febbraio a luglio-agosto. Il maschio durante il periodo riproduttivo diventa territoriale e difende con forza un riparo entro cui avverrà la deposizione dei gameti e una piccola area circostante. La riproduzione è tipicamente poligama, ogni femmina depone le sue uova nei ripari di maschi diversi, e questi di conseguenza fecondano uova di più femmine.
Dopo la fecondazione, il maschio difende le uova ed esercita cure parentali fino alla schiusa. I giovani conducono vita pelagica per circa un mese, prima di assumere abitudini prevalentemente bentoniche. In considerazione dell’elevato numero d’individui, concentrati soprattutto nelle acque basse e ripariali, riveste una grande importanza nelle reti trofiche degli ecosistemi lagunari. Nell’area del Parco è presente con abbondante popolazione, nelle acque basse ricche di vegetazione (Nanozostera noltii, Gracilaria gracilis Chaetomorpha linum,Cladophora prolifera, Ruppia crirrhosa e Chara sp.) della laguna di Lesina e Varano.
Nella Lista Rossa dei Pesci d’acqua dolce indigeni in Italia è considerato “a più basso rischio”. Knipowitschia panizzae è riportato nella Direttiva 92/43/CEE tra le specie animali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione (all. II): è inoltre elencato fra le specie protette nella convenzione di Berna (all.III).
Ghiozzetto marmorizzato – Pomatoschistus marmoratus (Risso, 1810)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia: n.a.
Pomatoschistus marmoratus, conosciuto comunemente come ghiozzetto marmorato, è un pesce della famiglia Gobiidi. Corpo fusiforme, moderatamente compresso sui fianchi, coperto di squame ctenoidi, assenti dalla regione predorsale. Testa tozza, leggermente rigonfia lateralmente. Occhi piccoli, sporgenti dal profilo dorsale del capo.
Bocca obliqua, con labbra carnose, posta in posizione terminale. Mandibola leggermente prominente, con entrambe le mascelle provviste di piccoli denti robusti. Narici anteriori sprovviste di appendici. Sistema dei canali mucosi e papille sensoriali ben sviluppati. Un breve spazio separa la prima pinna dorsale dalla seconda.
Pinna caudale a margine arrotondato. Pinne pettorali ben sviluppate. Disco pelvico esteso fino alla papilla genitale, provvisto di membrana anteriore bordata da piccoli villi. Colorazione di fondo della livrea grigio chiaro. Più scura sul dorso, si schiarisce gradatamente fino al ventre bianco. Sui bordi delle squame sono disposti dei melanofori che originano un disegno reticolare.
I fianchi sono interessati da 5 o 6 strisce verticali scure, talvolta frammentate o poco marcate. Sia la prima che la seconda pinna dorsale presentano bande trasversali e nella prima, tra il penultimo e l’ultimo raggio si osserva una macchia ocellare nera. Pinna caudale con bande trasversali bruno rossastre.
Le altre pinne sono semitrasparenti con riflessi bruni o giallastri. La specie è diffusa nelle acque costiere, salmastre ed ipersaline dall’Atlantico orientale (dal golfo di Biscaglia a Gibilterra) al Mediterraneo, al Mar Nero ed al mare di Azov. Presente anche nel Canale di Suez.
Molto comune nella Laguna veneta. Specie bentonica, reperibile da pochi metri fino a 70 di profondità.
Si nutre di crostacei e altri invertebrati.
La dieta è esclusivamente carnivora, P. marmoratus si comporta come predatore opportunista non selettivo. La componente principale della dieta non è legata a soli organismi bentonici, preda anche elementi planctonici. I giovani si cibano di crostacei copepodi planctonici di piccole dimensioni.
L’alimentazione comprende vermi policheti del genere Nereis, crostacei anfipodi e crostacei isopodi. In misura minore entrano nella composizione della dieta anche larve di ditteri chironomidi, larve di cirripedi, piccoli molluschi bivalvi, gasteropodi e uova di pesci. La cova avviene in due periodi distinti, da metà Aprile a metà Luglio e da metà Agosto a fine Settembre.
Nel periodo di frega i maschi acquistano una colorazione più scura, particolarmente evidente sulla testa, sul disco pelvico e sulle pinne pettorali. Le femmine sono chiare, con una macchia giugulare scura e due bande brune estese dagli angoli della bocca agli occhi. Ogni femmina si riproduce più volte nell’arco del periodo di frega.
Le uova sono adesive e vengono deposte nel nido allestito dal maschio, solitamente realizzato sotto pietre, rami ed altri ostacoli sommersi. Il maschio sorveglia il nido fino alla schiusa delle uova. Le larve conducono vita pelagica fino alla lunghezza di circa 1-1.5 mm, quando assumono abitudini bentoniche. Vive fino a circa 17 mesi di età.
Protetto secondo l’annesso II di Berna.
Gorgonia rossa – Paramuricea clavata (Risso, 1826)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
Questo otto corallo, presente a profondità superiori a 20 m (a Tremiti oltre i 40 m) è sicuramente una delle specie più amate e ricercate dai sub e dai fotografi subacquei. Normalmente si presenta con un colore rosso carminio intenso (a Tremiti è presente la variante rosso-gialla), con rare varianti, e può raggiungere dimensioni di oltre un metro.
Le gorgonie sono colonie ramificate , disposte su un piano, dalla caratteristica forma a ventaglio, composte da numerosissimi polipi, con dimensioni molto piccole (pochi millimetri) che si nutrono catturando piccole particelle o organismi presenti nell’acqua di mare.
Dato il particolare sistema di alimentazione, le gorgonie si addensano in fondali dove sono presenti correnti laminari che forniscono un continuo apporto di nutrimento sotto forma di particellato sospeso. Per sfruttare al massimo il flusso del nutrimento, le colonie sono disposte con la loro ampia superficie piana perpendicolarmente alla corrente.I rami terminali, claviformi, sono a volte di colore giallo.
Lo scheletro è proteico; la superficie presenta spicole calcaree che fungono da rifugio per i polipi, retrattili. Le colonie assumono l’aspetto di un vero e proprio bosco sommerso, tra i cui rami si sviluppa una notevole biodiversità, costituita da pesci e invertebrati d’ogni specie.È una specie endemica tipica del Mar Mediterraneo ove popola i fondali rocciosi solitamente profondi da 25-30 fino a oltre 100 metri, privilegiando gli anfratti poco raggiunti dalla luce.
È infatti una specie sciafila, cioè amante della penombra.In passato le colonie di gorgonia rossa erano molto numerose, oggi si assiste ad un loro declino in tutto il Mediterraneo, soprattutto nelle acque superficiali in conseguenza del riscaldamento delle acque. Altri fattori che ne minacciano la sopravvivenza sono la raccolta indiscriminata da parte dei subacquei, e i danni inferti dalla pesca a strascico.
È una specie molto fragile e ad accrescimento molto lento (1-6 cmq anno). In virtù di tali caratteristiche è considerata un indicatore biologico dell’equilibrio dell’ecosistema marino.La struttura della gorgonia costituisce un valido punto di appoggio per molti altri tipi di organismi marini.
Tra questi ricordiamo i fitti grappoli di tunicati di vario tipo, con prevalenza di Clavelina lepadifromis, o celenterati invasivi come il Pareritropodium coralloides, che si impossessa, come fa anche la Gerardia savaglia, di parti dello scheletro della gorgonia. Occasionalmente capita poi di trovare sulla gorgonia molluschi come la Pteria hirundo ed echinodermi molto poco frequenti come lo splendido Astrospartus.
Granchio fantasma – Ocypode cursor (Linnaeus, 1758)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
Decapode di ambiente demersale marino. Con carapace piccolo che raggiunge la dimensione massima di 5 cm. Chiamato anche sand crab è diffuso in zone sabbiose ed è dimostrato che la presenza cambia al variare della tipologia delle sabbie, inoltre durante la stagione estiva diventa più facilmente visibile a bassa profondità.
Sono animali estremamente predatori che hanno nel loro mirino anche le carcasse e le uova delle tartarughe (sono tra i principali predatori della Caretta caretta).
Tra i decapodi marini solo l’Ocypode cursor è inserito nell’Appendice 2 della Convenzione di Barcellona, 1995 ed è da ritenere “minacciato”
Protetta dall’annesso II di ASPIM e dal protocollo II di Berna (L. 175, 27.05.99 e L. 503, 5.10.81) oltre che dalla direttiva Habitat.
Hippospongia communis (Lamarck, 1813) Spugna equina
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
Spugna piuttosto voluminosa con gli osculi distribuiti irregolarmente sulla superficie aventi un diametro variabile da 0,06 a 0,1 mm mentre le ostie vanno da 0,025 a 0,03 mm.
La spugna appare completamente attraversata da larghi canali. Il colore è bruno scuro con varianti sul bianco, mentre gli interni si presentano arancio o bruni.
Può assumere dimensioni superiori ai 30 cm complessivi mentre il suo habitat distribuitivo va da 0,5 m a 30 mt di profondità.
Vive per lo più in grotte e su superfici rocciose profonde.
Essendo la specie di spugna più diffusa del mediterraneo e per le sue caratteristiche è stata largamente sfruttata per l’utilizzo domestico, il valore della variante adriatica è più basso a causa della tessitura meno fine dei canali.
Protetta secondo annesso III di ASPIM e secondo l’allegato III di Berna.
Ultimo aggiornamento
23 Maggio 2023, 12:30