Cenni geologici sul Promontorio del Gargano
Per illustrare la storia geologica di una regione bisogna fare un viaggio indietro nel tempo, per poter ricostruire a ritroso le varie vicissitudini che ha subito durante la sua esistenza. Quello che osserviamo oggi con i nostri occhi girando per il Gargano è il prodotto di tre fasi principali quali la formazione delle rocce che lo costituiscono, il loro sollevamento e il successivo modellamento superficiale.
La formazione delle rocce garganiche
Come accennato prima, il nostro viaggio nel tempo inizia circa 160 milioni di anni fa (Ma) nel periodo Giurassico, quando si sono depositate le rocce più antiche che oggi sono visibili in affioramento. Informazioni su rocce ancora più antiche di queste provengono dai pozzi esplorativi per la ricerca di idrocarburi (Agip, Conoco) effettuati negli ultimi decenni in varie parti del Gargano (Morsilli, 1998) e da un piccolo affioramento, ormai famoso in tutto il mondo, visibile (ancora per poco) alla Punta delle Pietre Nere, nei pressi di Marina di Lesina (Bigazzi et al., 1996).
La geografia giurassica, o meglio la paleogeografia dell’area in cui si depositavano i sedimenti che oggi costituiscono le rocce garganiche era molto diversa da quella attuale. Infatti, non esisteva quasi niente di quello che vediamo attualmente, non c’era la catena appenninica, il Tavoliere delle Puglie, le Murge, la catena dinarica ecc. Tutta l’area oggi occupata dall’Italia meridionale era un susseguirsi di aree di mare poco profondo, in cui si depositavano sabbie e fanghi carbonatici spesso bordati da scogliere coralline, chiamate dai geologi piattaforme carbonatiche (nel nostro caso la Piattaforma Apula), separate da stretti e a volte profondi bracci di mare denominati bacini (Fig. 1)(D’Argenio, 1970; Zappaterra, 1990, 1994).
Oltre alla conformazione geografica completamente differente da quella odierna anche la latitudine e quindi le condizioni climatiche erano molto diverse. Infatti, in alcune zone del Gargano la presenza di rocce che contengono al loro interno fossili di coralli indicano che questi sono vissuti in un clima tropicale e non sicuramente alle attuali latitudini cui si trova attualmente il nostro promontorio. Queste condizioni climatiche e paleogeografiche (piattaforme e bacini) persistono per tutto il periodo compreso tra il Giurassico e l’Eocene (da 160 Ma fino a 40 Ma) e solo in parte durante il Miocene (circa 15 Ma).
Per avere un’idea di come poteva essere l’area garganica insieme al resto dall’Italia meridionale durante quel periodo possiamo immaginarci di viaggiare fino alle Isole Bahamas: è proprio qui ritroviamo tutti quegli ambienti spiagge isolotti, lagune, piane di marea, scogliere coralline aree di mare profondo ecc. in cui si sono depositate la maggior parte delle rocce garganiche. Sicuramente, per molti sarebbe preferibile ritrovarsi in un paradiso tropicale caraibico, ma dovremmo rinunciare a quella miriade di scorci incantevoli che ci riserva l’attuale Gargano.
Ultimo aggiornamento
16 Maggio 2023, 09:16