Berta Maggiore

Fauna

Berta Maggiore Calonectris diomedea:

È la più grande Berta europea, si distingue dalla Berta minore per le maggiori dimensioni, le ali più lunghe e per il volo meno veloce, con minore tendenza alle virate attorno al proprio asse. Il vertice grigio bruno che sfuma gradatamente nel bianco della gola.

Il becco è robusto e giallo. Specie tipicamente marina e pelagica, poco adatta a muoversi sulla terra ferma, trascorre la maggior parte della vita in mare aperto, raggiungendo le coste nel periodo riproduttivo, durante il quale forma colonie molto concentrate, oppure, nella maggior parte dei casi, costituite da grandi gruppi sparsi.

Pesca in mare aperto, volando bassa sino a sfiorare la superficie dell’acqua con la punta delle ali, afferrando le prede col becco e talvolta tuffandosi ed immergendosi. Si alimenta principalmente di pesci, cefalopodi e crostacei, variando a seconda del luogo e del periodo dell’anno. A questi si aggiunge il pesce che viene scartato dai pescherecci e che le Berte raccolgono sulla superficie del mare seguendo le imbarcazioni.

Nidifica generalmente su isolotti spogli, prediligendo scogliere e grotte. I siti riproduttivi vengono occupati in marzo e le uova vengono deposte tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Si ha un’unica deposizione all’anno con un solo uovo covato da entrambi i genitori, i quali si alternano al nido ogni 7 giorni circa. In genere il primo turno spetta al maschio. Forma coppie stabili che ogni anno tornano a nidificare nello stesso posto. I due partner trascorrono molto tempo vicino al nido prima di accoppiarsi e questo servirebbe sia per consolidare il rapporto all’interno della coppia, sia per difendere il territorio. Dopo l’accoppiamento, al lungo periodo passato sulla terra ferma seguono alcuni giorni in mare aperto, durante i quali, i futuri genitori pescano in grande quantità per assicurarsi la riserva di energie necessaria per affrontare il pesante impegno di costruire il nido ed accudire la prole. Il nido viene edificato sulla roccia, sotto massi, in cavità o caverne, che, se di grandi dimensioni, possono anche accogliere più coppie. Talvolta vengono sfruttate grotte marine o pendii lavici.

In genere il nido è rappresentato da una semplice concavità, che solo talvolta viene rivestita con pietruzze, pezzi di legno, detriti vegetali, ossa o penne. Le uova vengono covate per 52-55 giorni. Dopo la schiusa il pulcino, inetto e coperto di un lungo piumino grigiastro, viene accudito da un genitore il quale resta al nido per 4-7 giorni. Il pulcino viene lasciato solo e nutrito solamente durante la notte da entrambi gli adulti. Dopo la prima settimana di vita il pulcino sta nel nido da solo, attendendo i genitori che lo nutrono nottetempo.

I pulli sono molto resistenti e possono digiunare anche per più giorni, raggiungendo, al momento dell’involo, un peso superiore a quello degli adulti del 60-70%. Man mano che il pulcino cresce le visite si diradano, fino al totale abbandono, che ha la funzione di indurre il giovane a lasciare il nido dopo alcuni giorni. L’involo avviene all’età di circa 97 giorni. La maturità sessuale viene raggiunta dopo diversi anni (7-13) ed i giovani hanno aspetto simile a quello degli adulti, differendo forse solo per il colore meno roseo delle zampe.

In molte isole del mediterraneo il disturbo arrecato dall’uomo, dovuto alla costruzione di edifici ed impianti sportivi e ricreativi vicino alle zone di nidificazione, ha causato l’abbandono dei siti di nidificazione e dello spostamento delle colonie in aree impervie e più difficilmente avvicinabili. Altre importanti cause di declino sono l’introduzione di predatori nelle aree di nidificazione, tra i quali cani, gatti inselvatichiti e i ratti.

In tutto il mediterraneo sono state stimate oltre 26.000 coppie. Sulle tremiti sono stimate dalle 300 alle 400 coppie nidificanti.

Ultimo aggiornamento

15 Maggio 2023, 12:12