Bosco Jancuglia
Risalendo verso il Gargano da S. Severo, via obbligata è la risalita dal vallone di Stignano ripercorrendo quindi l’antica Via Sacra Longobardorum, via preferenziale, attraversata in tappe, dai tanti pellegrini, principi ed imperatori che si recavano al santuario di S. Michele a Monte S. Angelo. Giunti sotto la ripida parete del Gargano che s’innalza maestosa dalla piana del Tavoliere, l’occhio volgendosi prima a destra e poi sulla sinistra scorge oscure distese boscose, compatte ed all’apparenza impenetrabili, che vegetano sui ripidi e dirupati costoni, sono nell’ordine le formazioni di Bosco Jancuglia e di M. Castello.
E’ questo il regno del bosco termo-xerofilo sempreverde di Leccio e di tutte quelle specie ad esso associate, Filliree, Alaterni, Lentischi, Olivastri tra gli arbusti, Orchidee, Ombrellifere, Labbiate, ecc. tra le erbacee. Interessante nella zona è il fenomeno del macrosomatismo vegetale, riguardante specie che di solito hanno un portamento arbustivo e che invece qui assumo dimensioni arboree. Tra la fauna numerosissime le silvie, Occhiocotto, Sterpazzolina, Sterpazzola di Sardegna, e più rare Capinere. Le radure sono l’habitat di caccia delle Averle e di rapaci quali Poiana, Gheppio e più raro il Biancone che caccia i numerosi rettili presenti. Calandre, Calandrelle e Strillozi fanno sentite il loro canto nelle aree a pascolo.
Senz’altro interessante, ma faticosa, la risalta di M. Castello 685 m., sia per lo splendido paesaggio, sia per la varietà della vegetazione, sia per la presenza in vetta delle rovine di Monte Pagano, affascinante e misteriosa struttura a cui sono legate varie vicende storiche. In proposito così riferisce il De Grazia: “Castel Pagano ritiensi fondato nel 916 di Cristo da Saraceni, che sceglievano per loro dimora i luoghi inaccessibili per tema di nemico assalto, in conseguenza delle loro continue scorrerie; e si attribuisce il suo nome al culto pagano che essi professavano”. Abbandonato nel 1032 dai Saraceni, divenne luogo prediletto per le cacce da Federico II di Svevia che vi eresse un castello. Dalla vetta si domina un vasto orizzonte che nelle giornate limpide si spinge dal piatto Tavoliere fino al Vulture in Basilicata e alla Maiella in Abruzzo.
Area di proprietà privata. Per la fruizione rivolgersi presso il Centro visita piu vicino
Ultimo aggiornamento
22 Maggio 2023, 09:57