Matteo Salvatore patrimonio del Parco
'Prapatapumpapumpapà, padrone mio ti voglio arricchire’ il nuovo spettacolo di Ovadia, presentato durante 'Festambiente sud Winter'. Pecorella: "Ora è nostro dovere conservare e tramandare la sua arte con opere multimediali"
Un omaggio al grande artista e genio musicale Matteo Salvatore, cantautore di Apricena ritenuto tra i più grandi cantautori del secolo scorso. Il suo ricordo è oggetto del nuovo spettacolo di Moni Ovadia (ascoltato in un video messaggio), che sarà presentato in anteprima assoluto all’interno dell’ormai classica ed attesa “Festambiente sud winter”, manifestazione lanciata nella conferenza stampa tenuta dal Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, presso l’Università di Foggia alla presenza del Magnifico Rettore (nonché Presidente della Fondazione ‘Apulia Felix’), Giuliano Volpe e del patron della manifestazione, Franco Salcuni.
L’edizione invernale di Festambiente sud, giunta alla sua seconda edizione, si svolgerà a Monte Sant’Angelo dal 27 al 30 dicembre, avendo come leit motiv ‘La cultura è cambiamento’, proponendo momenti di dibattito sull’argomento ma anche importanti spettacoli di artisti nazionali. Uno degli appuntamenti più attesi è quello del 30 dicembre, quando, in anteprima nazionale, ‘Prapatapumpapumpapà, padrone mio ti voglio arricchire’ il nuovo spettacolo di Moni Ovadia con la mise en espace di Cosimo Damiano Damato co-prodotto da Promo Music di Marcello Corvino e FestambienteSud con il sostegno di Fondazione Apulia Felix e Parco Nazionale del Gargano. Un vero e proprio omaggio e un atto d’amore verso la straordinaria avventura poetica e musicale di Matteo Salvatore, uno dei padri della musica popolare del Sud.
Lo spettacolo prosegue il lavoro iniziato con la rappresentazione teatrale “Il Bene mio. La vita e le canzoni di Matteo Salvatore”, andato in scena il 10 febbraio 2012 al Teatro Petruzzelli di Bari, che vedeva sul palco oltre allo stesso Ovadia anche uno struggente Lucio Dalla, in una delle sue ultime apparizioni live in Italia. Prapatapumpapumpapà racconta non solo la musica popolare e folk del cantore di Apricena ma anche la straordinaria vita da artista sregolato e naif. Il monologo scritto dal regista Cosimo Damiano Damato, Raffaele Nigro e dallo stesso Moni Ovadia ripercorre l’infanzia di Matteo, la povertà, i soprusi dei “padroni” e la vita di strada, tutta vita vissuta che poi ha ispirato le sue canzoni. Pagine intense che narrano di un Sud magico e maledetto, straordinariamente puro nella sua bellezza. Mentore per il canovaccio è stato Renzo Arbore con i ricordi del suo lungo sodalizio umano ed artistico con il banditore garganico. Moni Ovadia nelle vesti di narratore e cantante rievoca una favola che affonda nel nostro neorelismo e riscopre alcuni capolavori della musica tradizionale grazie alla rilettura originalissima della violinista e cantante H.E.R. e dalla sua band Famenera.
Ricordava il Presidente Pecorella nella conferenza che Italo Calvino disse: “Le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare”. “Purtroppo- ha dichiarato il Presidente-, nonostante sia stato tra i più grandi personaggi e poeti dello scorso secolo, non gli abbiamo reso il giusto merito nel custodire le sue opere e corriamo il pericolo di perderle irrimediabilmente. Per me, Matteo Salvatore è un personaggio trainante per la nostra storia, come lo è stato Giuseppe Di Vittorio; in fondo, l’istrionico e geniale artista apricenese, cantava il malessere e la frustrazione di questo territorio, così come quello di tutto il Mezzogiorno, alla stessa stregua dell’attività del famoso sindacalista. Perciò, ritengo necessario che la figura di Salvatore non venga celebrata solo attraverso spettacoli, ma con opere multimediali( film, libri e dischi ) dell’inestimabile patrimonio di cultura, delle sue cantate, che non possono scaturire se non da ricerche ed attenta catalogazione. Il merito che renderemo a questo grande artista diventerà patrimonio di comunicazione e marketing territoriale che arricchirà l’offerta del nostro Parco. La storia di Matteo Salvatore, in grado di descrivere gli stenti della fame senza mai perdere di vista l’ottimismo – ha concluso-, è una sfida che il Parco, assieme ad altri soggetti, riprende e rilancia chiedendo a tutti, istituzioni e non, un impegno concreto per tenere acceso il focolare della cultura e renderlo sempre più fruibile, a tutti”.
Ultimo aggiornamento
22 Dicembre 2012, 01:42