Le Fracchie di San Marco

Il Gargano illuminato e riscaldato dal fuoco della fede e della cultura delle Fracchie di San Marco in Lamis che, anche quest’anno, il giorno del venerdì santo, a partire dalle ore 18, accompagneranno la processione della Madonna Addolorata


Il Gargano illuminato e riscaldato dal fuoco della fede e della cultura delle Fracchie di San Marco in Lamis che, anche quest’anno, il giorno del venerdì santo, a partire dalle ore 18, accompagneranno la processione della Madonna Addolorata. La processione delle Fracchie accese appare un caso interessante di cultura agricola in una zona montana del Mediterraneo per quelle particolari tecniche di illuminazione dei rituali notturni festivi, che si svolgevano specialmente in primavera.


Per questi aspetti specifici lo stato italiano ha proposto all’UNESCO di inserire questa tradizione e sapere popolare nella lista dei beni immateriali dell’Umanità e i sammarchesi si fanno promotori di aiutare altre popolazioni sparse nel mondo di salvaguardare e promuovere le varie ritualità festive legate al fuoco.


“La Montagna Sacra, nel quale è inserito il Parco Nazionale del Gargano, ha nelle Fracchie la sintesi della fede e della cultura intrise nel territorio e nelle sue comunità – dichiara l’Avv. Stefano Pecorella, Presidente dell’Ente Parco-. Questo evento, unico nel suo genere in tutto il mondo, rappresenta un momento di forte emozione e riflessione per i Cristiani ed un’occasione turistica e folkloristica per tutti coloro i quali ogni anno accorrono a San Marco in Lamis. Le Fracchie rappresentano perfettamente il rapporto tra la storia e le tradizioni e la laboriosità artigianale delle nostre comunità. Una simbiosi che permette di tenere in vita usi e costumi troppo preziosi per essere lasciati cadere nell’oblio del dimenticatoio. Colgo l’occasione – prosegue Pecorella – per condannare il vile gesto consumatosi qualche giorno fa, che ha visto la distruzione di una Fracchia in fase di completamento; un atto senza scusanti che se ha mandato in fumo giorni di lavoro ha rafforzato la passione e l’impegno dei tanti cittadini perbene che si adoperano ogni anno per portare a termine l’opera. Giovani ed adulti che lavorano e si sacrificano insieme, animati dalla passione per le proprie radici”


“Le Fracchie sono una peculiarità di San Marco in Lamis, che, non a caso, poche settimane fa è stata insignita dell’importante riconoscimento di ‘Gioiello d’Italia’ – afferma in merito il Presidente Pecorella – ” Sono andato personalmente al Comune per complimentarmi con il sindaco, On. Angelo Cera, al quale, simbolicamente, ho detto grazie ai suoi cittadini a nome di tutta la Comunità del Parco. San Marco è e resta un punto di riferimento in quel percorso di valorizzazione delle aree interne e delle loro imperdibili peculiarità”.


Le fracchie sono enormi torce di legno che oggi sono montate su ruote e trasportate accese per accompagnare la Madonna Addolorata nella ricerca del Figlio. Fino al XIX sec. la processione della Visita dei Sepolcri il Giovedì Santo a sera veniva seguita da tutte le confraternite con le fracchie accese. Nel 1873 il Vescovo di Foggia ha autorizzato solo la Confraternita dei Sette Dolori a perpetuare questa processione. Le fracchie un tempo erano piccole, portate a mano da ognuno e per farlo si pagava un carlino al Capitolo. La processione si fermava la notte nella chiesa Madre per riprendere nella Visita ai Sepolcri all’alba del Venerdì, senza più l’uso delle fracchie perchè la luce solare rischiarava la via. Nel 1925 si costruisce la prima grande fracchia montata su ruote.


Nel periodo fascista la sezione dell’Opera Nazionale Dopolavoro cercava di promuovere e organizzare le fracchie concedendo dei premi. Nel 1957, con la costituzione della Pro Loco e con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, si provvide a dare una struttura organizzativa stabile con l’impegno costante di quest’ultima a fornire la legna necessaria per la costruzione delle fracchie. Nel 1954, con una riforma liturgica, si spostava al pomeriggio la Messa in Coena Domini con il conseguente spostamento dell’adorazione del “sepolcro” e delle processioni delle confraternite alla serata del Giovedì Santo, invece che del primo pomeriggio.


Dagli anni ’50 le fracchie assunsero dimensioni mastodontiche, in seguito ad “orgogliose gare di bravura” tra li carvunère28 e i devoti. Costruire e trasportare queste enormi fracchie incominciò ad apparire una sorta di prova di abilità e di coraggio, il diametro della bocca raggiungeva anche 3,5 metri e il peso superava i 100 quintali. Alla fine degli anni ’70 si è cominciato a mettere dei limiti di peso e grandezza. La processione della Madonna Addolorata con le fracchie coinvolge alcune decine di migliaia di persone. 

Ultimo aggiornamento

28 Marzo 2013, 13:35