Banca del Germoplasma e vivaio autoctono
Con il Consorzio di Bonifica del Gargano e l’Università di Bari, l’Ente Parco ha realizzato una banca del germoplasma ed un vivaio-orto botanico della vegetazione del Promontorio. L’innovativo polo scientifico sorge a Borgo Celano
Non ci può essere futuro consapevole e responsabile senza custodire la memoria del passato. Nei mesi scorsi il Parco Nazionale del Gargano ha portato a termine un’importante duplice azione progettuale capace di tutelare in maniera duratura la flora autoctona e, di conseguenza, creare, nel segno dell’ecosostenibilità, i presupposti per l’innesco di un circuito economico-occupazionale. Con la partnership del Consorzio di Bonifica del Gargano e dell’Università di Bari, l’Ente Parco ha realizzato una banca del germoplasma ed un vivaio-orto botanico della vegetazione del Promontorio. L’innovativo polo scientifico sorge a Borgo Celano (San Marco in Lamis) e, dopo la fase di ‘laboratorio’, ora si è entrati nella vera e propria fase operativa dalla quale emergono già i primi confortanti risultati.
Con il progetto della banca del germoplasma (in collaborazione con l’Università di Bari, costo 80mila euro) si è inteso conservare per lungo tempo i geni delle piante, cioè del materiale ereditario contenuto in parti vive, soprattutto i semi, ma anche pollini, spore e tessuti. Ciò avviene tramite la raccolta in natura di questo materiale e il suo deposito presso centri altamente specializzati, denominati, appunto, “banche del germoplasma”; queste operano l’azione della “crioconservazione”, cioè il congelamento controllato, per tempi pressoché indefiniti. Così facendo si può portare avanti per le piante una valida politica di prevenzione dall’estinzione, a lungo termine. Se una pianta si estinguesse in natura, grazie ai semi preventivamente immagazzinati, essa non sarà perduta per sempre e potrà essere reintrodotta in natura. In questo modo, i semi potranno essere utilizzati in avvenire per contribuire a recuperare gli ambienti danneggiati o distrutti o, ancora, ad aumentare il numero di individui di popolazioni di specie rare.
Nello specifico, sul Gargano, sono state individuate e ‘conservate’ 34 taxa(specie) vegetali diffusi nell’area garganica e nelle Isole Tremiti. La scelta è stata operata tenendo conto delle caratteristiche di conservabilità dei semi, dello status di minaccia di estinzione a livello nazionale e regionale, del grado di rarità e dell’importanza fitogeografica. In ciascuna delle 34 schede è riportata una descrizione morfologica molto concisa, l’habitus eo forma biologica, l’habitat di rinvenimento, l’area di distribuzione e lo status di minaccia e di conservazione.
“Lo stato di degrado ambientale, incrementato fortemente nell’ultimo secolo e tutt’ora esistente – spiega il Presidente, Avv. Stefano Pecorella – , ha causato una drastica riduzione del numero di specie e forti cambiamenti nei loro rapporti di abbondanza. Ciò ha ulteriormente richiamato l’attenzione sulla salvaguardia della biodiversità intesa ad ogni livello. Di particolare importanza è l’allestimento del campione d’erbario; questo sarà univocamente legato al materiale di propagazione raccolto e conservato presso l’Herbarium Horti Botanici Barensis, permetterà in qualsiasi momento il loro studio ed impiego”.
Sullo stesso presupposto nasce il progetto per la realizzazione di un vivaio-orto botanico della biodiversità vegetale del Parco Naz. del Gargano (in collaborazione con il Consorzio di Bonifica del Gargano, costo 379 mila euro). Gli interventi rappresentano un’importante iniziativa per la salvaguardia della biodiversità vegetale del Promontorio. Il vivaio-orto botanico è ubicato a Borgo Celano presso la sede storica del Consorzio di Bonifica del Gargano ed è suddiviso in tre settori: produzione di piantine da cedere a prezzo di costo alle coop ed alle imprese che effettuano interventi di rimboschimento e di ingegneria naturalistica nell’area Parco; orto botanico delle specie rare e minacciate della flora garganica; collezione delle varietà fruttifere in via di scomparsa (melo, pero, melo cotogno, susino, albicocco, pesco, fico, ciliegio, noce, mandarlo, castagno, olivo, uva, agrumi, melograno carrubo, gelso nero, sorbo azzeruolo, nespolo comune, nocciolo, corbezzolo, corniolo, sanguinello, giuggiolo, pistacchio, fico d’India).
Il tutto è dunque finalizzato alla conservazione del genotipo vegetale del Gargano con la contemporanea produzione di materiale vivaistico da utilizzare per il ripristino della flora e della vegetazione che caratterizzano il Promontorio. Il vivaio produrrà 100.000 piantine l’anno (garantendo occupazione) ed è diviso 3 settori: latifoglie, conifere ed arbusti. Tra le specie, ad esempio, ci sono l’acero, il carpino bianco, il castagno, il faggio, il pino d’aleppo, il tiglio, il ciliegio ed il pero selvatico, il castagno.
Ultimo aggiornamento
23 Maggio 2012, 10:29