Leptogorgia
Leptogorgia (Lophogorgia) sarmentosa, Esper, 1791.
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
Gorgonide, abbastanza frequente sulle coste del Gargano. dove si possono osservare anche esemplari di questa gorgonia particolare, chiamata da alcuni gorgonia rosa, che assume spesso colorazioni giallastre o aranciate o più scure – talvolta diverse nella stessa colonia – e può anche raggiungere grosse dimensioni (1 metro di altezza).
I polipi sono bianchi, di circa 1 – 1,5 millimetri. Ha un aspetto arbustivo e fragile ma in realtà è molto elastica. L’apice dei rami tende ad essere piuttosto assottigliato a differenza di quello di altre gorgonie maggiormente diffuse. Si sviluppa su rocce sommerse presenti su fondali anche fangosi, anche a bassa profondità in dipendenza dalla scarsa luminosità, è specie sciafila, nel Gargano anche in piccole grotte. Come accade anche per le altre specie di gorgonie i polipi si nutrono di zooplancton trasportato dalle correnti.
Luria lurida (Linnaeus, 1758)
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
E’ la ciprea più conosciuta del Mediterraneo, nota anche come Ciprea Porcellanosa. Si riconosce per due macchie scure ad ogni estremità, e per tre fasce scure alternate a fasce chiare più strette. La base è di colore bianco, con denti bianchi, ma con all’estremità due macchie aranciate.
Il mollusco ha abitudini notturne ed è carnivoro: si ciba di spugne e di piccoli crostacei.La femmina di questo animale ha la capacità di immagazzinare gli spermatozoi in una sorta di tasca-marsupio. Le uova vengono attaccate agli scogli.Vive su fondali rocciosi, in grotte e coralligeno ha Conchiglia grande, piriforme allungata, quasi cilindrica, liscia, che può raggiungere i 6 cm. Stoma e parte superiore del canale molto ampi, dentellati su entrambi i lati.
La spira, arrotolata, è coperta da una callosità, ma anche nelle conchiglie sviluppate è ancora riconoscibile. Colore variabile tra il marrone ed il grigio, spesso con 2 bande più chiare; sull’estremità di colore arancione vi sono 2 macchie nere. Sui fondi duri secondari e sui fondi molli. E’ una specie che non ama molto la luce del sole e di giorno si rifugia in grotte o in anfratti.Protetta dall’annesso II di ASPIM e dal protocollo II di Berna.
Maja squinado (Herbst, 1788) granceola.
Comune: Isole Tremiti
Modalità di fruizione:
Cronologia:
La granceola è un crostaceo decapode della famiglia dei Majidae che si presenta con un carapace ovale e convesso con la superficie dorsale interamente coperta da spine non molto lunghe e setole brevi a forma di uncino. Le regioni antero laterali sono caratterizzate da quattro spine robuste e sporgenti, ognuna delle quali è intervallata da una spina leggermente più breve. Il rostro è costituito da due robuste spine distaccate.
La regione del carapace che si trova sopra gli occhi è costituita da tre spine; quella sopraorbitaria è la più sottile seguita da una spina intercalare più corta e una spina grande nel sito post–orbitale (delle stesse dimensioni delle spine della regioneantero laterali). I bordi postero-laterali del carapace sono lisci. Le femmine sono ovigere da aprile ad agosto e producono uova di colore rosso intenso.
In inverno si trova in genere su fondali sabbiosi da 20 a 50 metri di profondità. In primavera si riunisce in gruppi e migra in zone meno profonde e ricche di vegetazione e di cavità. Gli arti locomotori, coperti da setole uncinate come sul carapace, sono robusti e cilindrici con le articolazioni evidenziati da rigonfiamenti. I dattili sono robusti, di colore scuro e leggermente ricurvi. Il mero e il carpo delle chele hanno piccole spine mentre il propodio e il dattilo ne sono prive.
Gli occhi sono posti su peduncoli sviluppati; le antenne superano in lunghezza le spine rostrali. Il colore della M. squinado è variabile da individuo a individuo ma solitamente è rosso o marroncino. Le dimensioni dei maschi possono raggiungere i 22 centimetri di larghezza (carapace) e circa 16 centimetri nelle femmine. E’ la specie più grande della famiglia ed al secondo posto per dimensioni dopo la granseola di fondale (P. cuvieri) per quanto riguarda le specie descritte fino ad oggi nel Mar Mediterraneo.
Vive sui fondali arenosi e detritici, ma è comune anche sui fondali rocciosi, ricchi di fessure e di vegetazione, in mezzo alla quale si nasconde. Periodicamente la grancevola cambia il proprio carapace, attraverso una muta. In questa fase l’animale è indifeso e vulnerabile. Infatti, quando il vecchio carapace si rompe è coperto da un involucro molto tenero e, quindi, in breve tempo deve trovarsi un luogo sicuro ove rifugiarsi. Protetta dall’annesso III di ASPIM e dal protocollo II di Berna (L. 175, 27.05.99 e L. 503, 5.10.81).
Ultimo aggiornamento
23 Maggio 2023, 12:29