Torre Fortore
Torre Fortore è situata tra il fiume Fortore e il lago di Lesina. Si tratta di una delle torri costiere più imponenti, anche perché più volte rimaneggiata. Essa è quadrangolare a tronco di piramide. Più che a torre, assomiglia ad una fortezza. La costruzione di questa torre fu iniziata in seguito ad una concessione del 1485 con la quale re Ferdinando d’Aragona conferiva a Riccardo d’Orefice facoltà di costruire una torre a difesa del porto e della spiaggia del Fortore. La costruzione terminò intorno al 1540. L’accesso alla torre era in alto con scala di legno retrattile, in seguito sostituita da rampe in muratura. Queste rampe sono collocate sulla parete a monte, perché la parete rivolta verso il mare è cieca (dal momento che è più esposta al pericolo), le due laterali sono munite solo di finestre, per permettere l’entrata della luce.
L’accesso al terrazzo è sempre ricavato nello spessore della muratura sopra la porta d’ingresso. Ottavio Beltrano nel suo Breve descrittione del regno di Napoli, Napoli 1644, chiama Torre Fortore, Torre della foce di Lesina. In questa stessa zona e precisamente dalla parte est di Torre Fortore sfocia oggi il fiume Fortore. Anticamente il fiume sfociava in prossimità di Lesina, formando un piccolo delta di due rami, i cui avanzi sono i così detti Fiume Morto, vicino alla Torre Fortore, ed Acquarotta, vicino all’antico porto di approdo delle barche . Nella carta geografica del Magini, edita nel 1620, ma derivata da carte precedenti, Torre Fortore risulta isolata tra due rami del fiume. Nel 1780-90, in conseguenza di una grande piena, il fiume lasciava il suo primo sbocco e si apriva l’attuale nuova foce, detta perciò Bocca Nuova.
Il gran volume delle sue acque perenni, oggi ridotte a misera quantità, permetteva a grossi battelli di spingersi fin sotto Civitate. In quel tratto, molti approdi interni, erroneamente detti porti, davano agio ai pescatori di praticare con gli abitanti limitrofi lo scambio delle merci e dei prodotti di ogni genere. Gli approdi della Torre Fortore e di Acquarotta, detti appunto porti, servivano a spedire mercanzie a San Severo, a Foggia, a Napoli e a Salerno e di là s’imbarcavano le derrate e i prodotti dei paesi vicini. Per uso di quegli scambi furono costruiti dai monaci di Ripalta dei magazzini vicino alla Torre Fortore, i quali furono in parte rovinati dal terremoto del 26 luglio 1805, detto di S. Anna.
I monaci esigevano un tributo di soggiorno per le merci depositate nei magazzini e dai viandanti. G.M. Galanti , visitando la Capitanata, così descrive questo luogo: “La foce del Fortore è un caricatoio di grano con alcuni pochi magazzini. Vi è una torre di guardia, la più bella che io abbia veduto in tutto il Regno; ma restai sorpreso in vederla affidata ad un barone col diritto di esigere mezzo grano a tomolo sopra i frumenti che vi si caricano. Mi si disse che da più di un secolo quella torre fu conceduta ad un uffiziale spagnolo, il quale la vendé al principe di San Severo. Nonostante l’esazione, questa torre rovina per difetto di riparazioni. Non si vede alcuna munizione.
I contrabbandi in questo luogo sono un effetto necessario di tali disposizioni. Le nostre antiche prammatiche si brigarono di intendervi il commercio, quandoché dovevano renderlo popolato. E’ degno di attenzione che la torre fu conceduta quando vi era interdetto il commercio, ed allora l’esazione doveva essere una piccola cosa; oggi che il commercio vi è libero, tale esazione si è affittata ducati 600 all’anno”. Nel 1807 russi e inglesi assalirono Torre Fortore per distruggere i magazzini di rifornimento, che fungevano da soccorso per le isole Tremiti. Dalla piccola guarnigione furono varie volte respinti e, nonostante la vigile sorveglianza, i soldati della guarnigione riuscirono a fornire i viveri allo stremato presidio tremitese, il quale poté ancora valorosamente resistere e costringere i nemici a togliere l’assedio . Negli ultimi decenni la torre è stata adibita a posto di guardia costiera di finanza ed in seguito sgombrata per qualche anno per i muri pericolanti. In seguito è stata restaurata, interamente e adibita di nuovo al servizio di sorveglianza doganale per lungo tempo. Oggi è occupata dal Corpo Forestale dello Stato.
XV secolo
Ultimo aggiornamento
17 Maggio 2023, 11:19