Architettura rurale in territorio di Carpino
Il patrimonio dell’architettura rurale in agro di Carpino è in relazione alle sue caratteristiche territoriali. L’agro si estende dalla riva orientale della laguna di Varano sino a lambire la Foresta Umbra e le faggete di Monte Spigno. L’area a ridosso della laguna e le aree collinari che circondano il centro urbano, sono caratterizzate da densi uliveti che fanno di Carpino uno dei principali centri pugliesi per la produzione di olio extravergine di oliva con numerosi premi conseguiti per la produzione del prodotto biologico. Gli uliveti sono circondati da articolate reti di muri in pietra a secco e nelle aree collinari presentano pittoreschi terrazzamenti.
La produzione olivicola, un tempo redditizia, ha favorito la costruzione da parte di benestanti classi di agricoltori di residenze di elevato valore architettonico come i casini. Si tratta di costruzioni rurali che presentano due piani fuori terra. L’accesso ai piani superiori e garantito in genere da una caratteristica scala esterna. I vani a pian terreno erano utilizzati come stalle e magazzini, mentre, i vani al piano superiore ospitavano la cucina e i vani destinati ai proprietari che solitamente vivevano nei centri urbani. Nel territorio di Carpino sono segnalati, in relazione alla loro qualità architettonica Casino Lombardi, C. De Cata, C. Carlone, C. Russo posti tra il centro urbano e la riva di Varano, circondati da densi uliveti, Casino La Signora, sul rilievo di Monte Pizzuto, circondato da recinti in pietra a secco che narrano di un uso zootecnico dell’azienda, C. Caminizzo (ex La Tufara), edificato su uno sperone di roccia alla base del rilievo di Chiancata dell’Acero. Quest’ultima località si trova in una vasta area posta tra i rilievi del Monte Spigno e della Foresta Umbra, aree da sempre interessate dall’allevamento del bestiame.
Negli scorsi decenni esisteva anche una tradizionale transumanza interna al promontorio che ha lasciato sul territorio numerose strutture costituite da piccoli edifici per il ricovero dei pastori e per la lavorazione del latte e vasti recinti in pietra per i ricovero all’aperto delle greggi. Localmente tale struttura è definita Jazzo. Ne sono testimonianza i resti di Jazzo Cadetto e Jazzo Caetà (oggi profondamente ristrutturato), lo stesso Jazzo Chiancata dell’Acero sul rilievo omonimo, e poi Jazzo Maria Matteo, Jazzo Funzio (anch’esso ristrutturato), Jazzo della Lepre sul versante settentrionale di Monte Vernone, Jazzo De Perna e J. Monticelli sulla sommità dello stesso rilievo. Accanto a queste costruzioni, a carattere più povero, ma certamente di grande fascino paesaggistico, vi sono edifici più articolati come le masserie. Per il loro pregio architettonico, sono state segnalate le Masseria Pagliacci, posta in prossimità della riva di Varano, Masseria La Masseria, posta breve distanza dalla precedente e M. La Torre Rossa, con classico aspetto di edificio con prevalente recinzione in pietra, posta sul versante settentrionale di Chiancata dell’Acero.
Ultimo aggiornamento
17 Maggio 2023, 10:50