Accordo Regione-Università Salento. Pecorella: segnale importante per tutela biodiversità
Il Parco Nazionale del Gargano esprime soddisfazione per il protocollo d’intesa siglato tra Regione Puglia e Università del Salento sulla tutela della biodiversità, con la speranza che la sperimentazione avviata si associ al consolidamento di iniziative già realizzate sul Gargano.
Il Parco Nazionale del Gargano esprime soddisfazione per il protocollo d’intesa sul progetto pilota di tutela delle risorse genetiche autoctone d’interesse forestale presenti nel Salento, siglato tra la Sezione Foreste della Regione Puglia, l’Università del Salento, l’Orto Botanico di Lecce e il Corpo Forestale dello Stato.
“L’attenzione mostrata dalla Regione alla salvaguardia della biodiversità, delle specie e degli habitat – spiega il presidente del Parco Stefano Pecorella – è un segnale importante perché rappresenta un atto concreto nel processo di sviluppo ambientale di un intero territorio. Mi complimento pertanto con l’assessore regionale all’Agricoltura Leo Di Gioia per aver avviato questo progetto pilota, con la speranza che la sperimentazione avviata si associ al consolidamento di iniziative realizzate sul Gargano. Nel Parco nazionale del Gargano – chiarisce Pecorella – già da anni esistono programmi innovativi in questo senso come la banca del germoplasma, progetto che si occupa di conservare i semi di specie vegetali, che appartengono alla flora autoctona, per preservare il patrimonio genetico; il vivaio forestale del Gargano, che produce piantine di specie autoctone per destinarle a rimboschimenti o ad altri usi pubblici e privati. Al riguardo, mi aspetto un forte sostegno per il licenziamento di un tanto atteso, piano di gestione forestale che, assieme alla pianificazione dell’Ente Parco, potrà assicurare la corretta manutenzione del patrimonio naturalistico assieme allo sviluppo sul Gargano di economie ed occupazione sostenibili, perché durature. Il mio impegno, personale ed istituzionale, continuerà ad essere costante ed incisivo, sperando di trovare significative e concrete convergenze con il governo regionale, per realizzare finalmente nuovi metodi operativi nella gestione delle opportunità legate della nuova programmazione europea dei fondi strutturali, come ad esempio il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020”.
Ultimo aggiornamento
24 Novembre 2015, 18:12