Expo: “Carta della qualità del mare”
Presentata a Milano per proporre una selezione di buone pratiche di gestione della pesca in aree protette e di prodotti ittici d'eccellenza. Il Presidente Pecorella vi ha preso parte rappresentando tutte le Amp e raccontando i progetti delle Tremiti
“Expo Milano 2015” si conferma crocevia delle dinamiche future dello sviluppo sostenibile, anche per le Aree Marine Protette. Il mare e le economie che sviluppa, dalla pesca alla trasformazione dei suoi prodotti, è da sempre punto di riferimento per l’Italia e tutte le comunità che si affacciano sul mare Mediterraneo, il mare nostrum.
Per questo, nella giornata di ieri, al Teatro della Terra, nel padiglione del “BiodiversityPark”, si è tenuto l’incontro “Un mare a denominazione d’origine protetta: storie di alici ed altri prodotti di qualità del mare. Le buone pratiche delle Aree Protette”, al quale ha preso parte anche il Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Avv. Stefano Pecorella, in qualità di rappresentante della Giunta esecutiva di Federparchi/Europarc Italia, con delega alle Aree Marine Protette.
L’appuntamento è stato organizzato da Legambiente (in collaborazione con Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e Federparchi) per proporre una selezione di buone pratiche di gestione della pesca in aree protette e di prodotti ittici d’eccellenza.
Nell’occasione è stata firmata la “Carta di impegni e proposte per la qualità dei prodotti del mare” una carta di intenti tra gli operatori interessati (enti gestori di AMP, amministrazioni locali, cooperative della pesca, aziende della filiera della conservazione di prodotti ittici, associazioni ambientaliste, ministeri competenti) per sviluppare le buone pratiche per aumentare il valore del pescato riducendo la quantità e salvaguardando la riproduzione delle specie.
Anche l’Ente Parco del Gargano (gestore dell’Area Marina Protetta ‘Isole Tremiti’) ha portato il suo contributo raccontando la propria esperienza nel rapporto con le cooperative di piccola pesca ed i risultati ottenuti. Infatti, con il CONISMA, diretto dal prof. Angelo Tursi, il presidente Pecorella ha già da tempo avviato un confronto con i cittadini delle isole diomedee, per far loro comprendere che “pescare di più non vuol dire guadagnare di più”, anzi, molto spesso questa è la strada che porta velocemente all’impoverimento dell’economia locale di pesca per la distruzione delle specie ittiche. infatti, lo stato del mare e la condizione dei nostri squisiti pescati, non si può certo sostenere siano ottimali; non godono di buona salute.
Ecco perché le Aree Marine Protette devono diventare dei laboratori in mare aperto e zone di riproduzione naturali e con la collaborazione dei cittadini, che le abitano, si deve puntare alla conservazione delle tradizioni, di pesca e di trasformazione, per tutelare il patrimonio di biodiversità.
“Le attività di visual census – spiega il Presidente Pecorella – hanno consentito, tra l’altro, di incrementare la conoscenza della fauna ittica presente alle Tremiti ed una prima valutazione dell’effetto riserva (l’effetto positivo di incremento della riproduzione che si sviluppa con maggior intensità nelle aree protette rispetto ad altre zone di mare). Ad oggi, sono registrate quasi 90 specie ittiche. Una specie (il ghiozzo gattopardo) è stata segnalata per la prima volta per le acque italiane a Tremiti. La varietà e la ricchezza degli ambienti sommersi delle Isole Tremiti rappresentano un patrimonio di indubbio valore ed un potenziale notevole per lo sviluppo socio-economico del contesto locale -evidenzia Pecorella -. Tale sviluppo deve necessariamente essere legato ad una appropriata gestione delle risorse locali (ambientali e culturali) in un’ottica di sviluppo sostenibile. L’AMP può aiutare simili processi, a patto che la gestione sia supportata da una efficace vigilanza e dal rispetto delle misure di conservazione e gestione”.
Anche il progetto “FishMPABlue”, curato da Federparchi, ha evidenziato come ovunque si siano sviluppati modelli di cogestione e di partecipazione responsabile da parte delle comunità di pescatori artigianali, come nei casi che vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane, si è innescato un circolo virtuoso dai risultati molto interessanti.
“A migliorare – aggiunge il Presidente Pecorella – sono state innanzitutto le condizioni dei pescatori, che hanno potuto dire la loro sulla gestione del mare da cui dipendono da generazioni. Ne ha immediatamente tratto beneficio l’intero ecosistema, amministrato in modo più saggio e sostenibile, seguendo il concetto elementare per cui le risorse naturali non si possono pensare secondo le logiche economiche: esiste un limite portante, oltre il quale la produzione non solo non crea più ricchezza, ma determina danni spesso irreversibili”.
Le prime iniziative pilota in Italia stanno dando risultati incredibilmente positivi, soprattutto nelle realtà isolane dove la crisi aveva colpito più duramente. Basti pensare a quali risultati positivi si potrebbero realizzare, adottando queste strategie, nell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, le cui 59 imprese costituiscono quasi il 60% di tutto il tessuto imprenditoriale.
Ultimo aggiornamento
29 Settembre 2015, 09:11