Il futuro dei Parchi nazionali

L'intervista rilasciata dal Presidente Pecorella ad Antonello Fiore del magazine 'Ambiente&Ambienti' sul futuro dei Parchi Nazionali anche alla luce dell'annuncio della prossima nomina dei componenti dei Consigli Direttivi


Nelle scorse settimane un comunicato ufficiale la Federparchi ha annunciato che i nuovi consigli dei Parchi nazionali saranno in futuro costituiti da otto membri anziché dodici; su proposta del ministero dell’Ambiente, il Consiglio dei Ministri ha approvato recentemente, in via definitiva (dopo aver acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti) unregolamento per il riordino degli enti vigilati dal ministero dell’Ambiente. Come sostiene il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri la notizia è buona perché presto si potrà procedere alla nomina dei direttivi, ristabilendo così un equilibrio nel principale organo di governo dei parchi e con esso una più efficace gestione delle aree protette in Italia. Dopo aver sentito il parere del presidente del Parco nazionale dell’alta Murgia Cesare Veronico è ora la volta di Stefano Pecorella, presidente del Parco nazionale del Gargano.


Presidente Pecorella, lei ha svolto il ruolo di Commissario dell’Ente dal maggio 2010 al marzo 2012. Dal marzo 2012 svolge il ruolo di Presidente. In questo primo anno di mandato avrebbe preferito confrontarsi con un Consiglio Direttivo che ha al suo interno realtà culturali, sociali e amministrative in grado di rispecchiare le vocazioni territoriali?


«Lo strumento del Consiglio Direttivo è sempre importante per chi, come me, considera necessaria la collegialità delle decisioni. In assenza di tale strumento, sin dall’inizio del mio mandato – prima come commissario, poi come presidente -, ho ritenuto opportuno condividere il più possibile le azioni riguardanti la vita del territorio attraverso la Comunità dei Sindaci del Parco e gli incontri bilaterali con i comuni per “Sistema Gargano”, confrontandomi quanto più possibile con gli attori istituzionali».


In quest’anno quale argomento avrebbe voluto condividere con il suo Consiglio Direttivo? E’ stato difficile prendere decisioni come “solo uomo al comando”?


«Tra tutte le decisioni difficili che ho dovuto spesso prendere, più di tutte avrei voluto essere affiancato, soprattutto a livello umano, nella difficile fase in cui il Parco, per effetto della spending review, avrebbe dovuto tagliare il 40% dei posti in organico, anche se questa situazione si è poi felicemente risolta riuscendo a salvare tutti i posti di lavoro. Molti progetti sono stati comunque portati avanti con successo, come l’unificazione dei SAC, l’apertura dei Centri Visita, la campagna di gestioni rifiuti, “Parkinbici” il primo sistema di bike sharing intercomunale, “Fondali Aperti” ovvero le guide sub per non vedenti, fino al voto favorevole al Piano del Parco rimasto per anni chiuso nel cassetto».


Il nuovo regolamento ridurrà del 33% il numero dei membri: sembra che questa scelta sia stata dettata da esigenze di bilancio. Negli anni passati quanto incideva la somma destinata alla gestione del Consiglio Direttivo?


«Nell’ultimo anno completo di attività del Consiglio, la somma totale è di circa 51 mila euro».


Il regolamento di cui è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale penalizza nei numeri le rappresentanze locali, le associazioni di protezione dell’ambiente ed esclude il mondo accademico. Crede che tale scelta sia coerente con il confronto costruttivo che le diverse realtà locali portano nella gestione e sviluppo di un’area protetta?


«Credo nella necessità di un largo confronto e condivisione con tutte le rappresentanze di cittadini e istituzioni sul territorio, in questa direzione ho più volte incontrato, supportato e lavorato accanto ad associazioni di categoria (comprese quelle di caccia), associazioni ambientaliste e con il mondo accademico (firmando protocolli d’intesa con il Politecnico di Bari, l’Università di Bari e Foggia)».


Applicando Legge 30 luglio 2010, n. 122 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» queste dovrebbero essere cariche onorifiche con un gettone di presenza non superiore a 30 euro a seduta giornaliera. Crede che ci saranno persone pronte a far parte del Consiglio Direttivo con questi rimborsi bassi ai quali non si è abituati?


«Con il Consiglio Direttivo è data ad ognuno di noi l’opportunità di svolgere ancora meglio il  ruolo istituzionale che generalmente dovrebbe essere frutto di passione, responsabilità personale e professionale e motivo di orgoglio. Io stesso percepisco uno stipendio irrisorio, consultabile da tutti sul sito dell’ente. I compensi degli amministratori devono servire da rimborso spese,non si può certo pensare di arricchirsi sulle spalle della comunità. Specialmente in questo momento, c’è bisogno di dare un segnale di austerità ai cittadini che hanno bisogno di ricominciare a credere nelle istituzioni»


Quale sarà il primo argomento che discuterà con il primo Consiglio Direttivo?


«Sicuramente vorrei affrontare uno delle problematiche che più stanno minacciando il territorio: l’abusivismo edilizio. Questa è una piaga che rischia di compromettere pericolosamente il Gargano e di conseguenza occorre pianificare una strategia che trovi tutti concordi».


Ultimo aggiornamento

29 Aprile 2013, 10:27