“3 X TREMITI”: c’è un mare di idee
Momento di revisione e ripartenza attraverso un nuovo modo di confrontarsi ed approcciarsi con la popolazione ed il ceto produttivo che hanno la necessità di programmare con regole certe
“3 X TREMITI” uguale anno zero, momento di revisione e ripartenza attraverso un nuovo modo di confrontarsi ed approcciarsi con la popolazione ed il ceto produttivo che hanno cominciato ad avere contezza della necessità di programmare con regole certe e di andare ben oltre il binomio sole-mare. La seconda giornata della manifestazione organizzata dal Parco Nazionale del Gargano, quella incentrata sulla convegnistica e sul workshop con il ceto socio-economico locale, è stata la cartina di tornasole dell’azione messa in campo dall’Ente guidato dall’Avv. Stefano Pecorella. Autorevoli stakeholders hanno raccolto il grido d’aiuto lanciato dal Comune e dalla popolazione tremitese, proponendo soluzioni pratiche ed efficienti agli annosi problemi che affliggono l’arcipelago.
Tra gli interventi spiccano quelli del Prof. Angelo Tursi, Preside del Conisma, di Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi, e del Prof. Paolo Guidetti che sedevano al tavolo dei relatori con Antonio Fentini, sindaco di Tremiti, Prof. Saverio Russo, direttore del Polo Umanistico dell’Università di Foggia, Dott. Giovanni Furii, Legambiente Puglia, Ing. Matteo Orsino, vice presidente WWF Puglia, Dott. Nicola Baccetti Niccolini, ISPRA, Dott.ssa Angela Costantino Pinto, Presidente Associazione Albatros ed i rappresentanti delle associazioni culturali e di categoria.
“Ognuno, per le proprie competenze, deve ragionare ed agire coscienziosamente – ha dichiarato Pecorella -. Con ‘3 X TREMITI’ abbiamo stretto un patto tra le Diomedee ed il sapere e la conoscenza rappresentati dal sistema universitario. La risposta partecipata di abitanti ed imprenditori di Tremiti ha messo in luce il grande senso di appartenenza e di amore per questo territorio, aspetto che rappresenta una forte spinta di coesione istituzionale e per affrontare i prossimi anni che si presentano difficili, non solo per la crisi internazionale che attraversa l’Italia tutta, ma per le delicate tematiche ambientale che dovranno ancor più di ieri essere al centro della responsabile azione di tutti gli amministratori”.
Tra le idee emerse, tutte improntate su una maggiore tutela ambientale e sulla valorizzazione economica delle risorse locali, ci sono la possibile istituzione di un Museo del territorio che funga da centro di documentazione storica, la formazione di guide subacquee per garantire le immersioni dei diversabili e azioni sperimentali a sostegno del comparto pesca.
“Le regole – ha spiegato Sammuri – sono supporto all’economia e non una penalizzazione. La tutela, difatti, è un investimento e mai un costo. Chi la pensa diversamente agisce con la politica dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia e vive alla giornata. I dati parlano chiaro. Nel mondo si investe in tutela dei sistemi ambientali una cifra pari a 45 miliardi di dollari e ne rientrano ben 5mila miliardi. Investire sulla biodiversità, significa garantirsi un futuro certo ed aspettative di vita migliori”.
“L’istituzione di un’AMP garantisce l’aumento della pesca da due a dieci volte – fa eco il Prof. Guidetti -. La tutela garantita da un’area protetta facilita anche il recupero dell’ecosistema, il che significa incentivare i flussi turistici, in primis quelli inerenti le immersioni subacquee, come successo a Tavolara (Sardegna), dove nel giro di un paio d’anni, si sono registrati ritorni economici diretti pari a 10milioni di euro. Non c’è niente di peggio che un comparto come quello della pesca senza controllo. Ora come ora, l’unica strada da seguire è quella della diminuizione dello sforzo di pesca e della conseguente valorizzazione del prodotto. L’esempio lampante è a pochi km da qui, esattamente a Torre Guaceto – ha aggiunto Guidetti -. In una riserva naturale efficiente e controllata la taglia dei pesci aumentata e, attraverso un accordo tra Slow Food e l’industria della trasformazione, il prodotto può passare da 0,5 centesimi sino a 16 euro al chilo. Questo è possibile grazie ad un lavoro scientifico ed alla collaborazione schietta e coscienziosa degli operatori del comparto pesca. In definitiva, studiando da anni le Isole Tremiti- ha concluso -, sono sicuro che qui ci sia un grosso potenziale ambientale-storico-culturale ancora inespresso e che può maturare solo attraverso regole e dati scientifici. La salvaguardia dell’ambiente è fondamentale per lo sviluppo vero e duraturo. Bisogna lavorare insieme coinvolgendo tutti”.
Ultimo aggiornamento
12 Giugno 2012, 16:03